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venerdì 23 aprile 2010

Psicologia infantile pugliese (e anche non)


Non far' le smorfie che se pass l'angiolett,  dice "ammèn"!

       E dicendo "amen", avrebbe fatto rimanere per sempre il bimbo minacciato, con gli occhi storti , con la linguaccia, o con la faccia da demente che stava facendo durante una smorfia.
 Sto cazzo di angioletto di merda, non aveva un cazzo di meglio da fare che svolazzare per le vie della mia cittadina e dire amen quì e lì a sfregio, facendo passare a noi teneri infanti una vita nel terrore con espressioni seriose e sguardi da intellettuali. Abbiamo cominciato ad esercitarci a fare gli occhi storti  in piena clandestinità, indossando occhiali da sole scurissimi. Che poi io per trarne qualcosa di vantaggioso ho cominciato a imitare le espressioni facciali e lo sguardo fico di James Dean, fosse passato una volta, sto stronzo. Ad un mio amico è andata malissimo invece,  Il suo idolo era Sylvester Stallone. A tutt'oggi è costretto a gridare "Adriana!" su richieste insistenti da estranei per strada e campa di ospitate alle inaugurazioni di locali, sempre per gridare "Adriana!" e poi andarsene.

Attento! Che non cadi!

       Forse unico caso lessicale di tutto il mondo, di negazione che non è una negazione. L'esclamazione (in non-pugliese sarebbe "Attento che così facendo, cadi") è sempre detta con tono di chi vuole dire "guarda che ti sto avvisando, eh!", accompagnata da sguardo fisso, a tre quarti, severo. In una situazione di equilibrio come quelle classiche che richiamano questo tipo di pre-rimprovero, il dubbio del "cosa vorrà dire" può portare distrazione con conseguenti incidenti e menomazioni fisiche.

E acc'ssì ijss? Tutt sp'tt'rret?!


      "Così esci? tutto -spetterrato-?!": sarebbe la raccomandazione a coprirsi di più per non prendere freddo, soprattutto indossare qualcosa che copra meglio il petto e la gola per non prendere la tosse. Che le prime volte l'ho sentito dire da mia nonna  e ho sempre frainteso andandomi a rivedere allo specchio, i capelli.

O' pizz d cast a sciuquè, iamm!

     "Andate a giocare davanti casa vostra, dai!". La strada in cui abitavo e giocavo da piccolo era lunga circa 200mt e larga giusto per il passaggio di due automobili, o una ed una fila di auto parcheggiate. C'erano i cosiddetti sottani, abitazioni indipendenti a piano terra, abitati soprattutto da anziane signore (i mariti si vedevano pochissimo: uscivano alle 4 per andare in campagna, tornare all'ora di pranzo, mangiare e dormire fino all'ora della passeggiata nel corso). La strada quindi era di dominio assoluto anziano-femminile, marciappiedi scintillanti in quanto lavati dalle stesse e strada che la mattina lo spazzino si affacciava solo per vedere se doveva raccogliere qualche briciola di pane caduta nella notte da un passante. Appena un pallone SuperSantos rimbalzava anche dolcemente sull'asfalto, all'altezza della porta di una di queste signore, nel giro di millesimi di secondo si sentiva la porta aprirsi di scatto e una voce urlare la frase di default. A volte, oltrepassata l'esatta metà della strada in larghezza, sbucava anche la dirimpettaia. Huff!!! Sono queste le cose che poi ti fanno odiare gente come quelli della Lega.

Finisci di mangiare se no Gesù piange!

      L'immagine di Gesù aveva un doppio ruolo: terrorizzare e colpevolizzare. Quando si disobbediva di solito si rischiava il "che mo' viene Gesù e ti fulmina!". Che poi addirittura, ti fulmina; anche se mi avessero detto "mo' viene Gesù che ti dà un sacco di mazzate" mi sarei spaventato lo stesso, c'è bisogno di esagerare? Già quei crocifissoni che trovavo dappertutto (a catechismo, nelle case, a scuola, nelle alfa sud, al collo di altri, al collare dei cani, tatuato sulla schiena dei gatti randagi -a sfregio-, al posto del sapone, appeso d'avanti ad ogni elettrodomestico compreso lo schermo della TV, etc...) spesso mettevano a soggezione, riportavano quasi sempre un Gesù dal volto incazzatissimo nero, con lo sguardo cattivo e le vene negli occhi, come se fosse appena tornato da fare la notte all'ufficio reclami di Trenitalia.
Quando c'è qualcosa che può creare dispiacere, come appunto del cibo avanzato che si andrebbe a buttare le intimidazioni volgono più al senso di colpa:
1) "pensa ai bambini del terzo mondo", e quì ci sta tutta, questa me la rivendo con i miei futuri figli.
2) "che se no Gesù piange" (quì il secondo ruolo di Cristo), e questa é la frase che ti fa pensare immediatamente a quell'altro tipo di crocifisso, col volto di Gesù sofferente, sopracciglia inarcate e rughe d'espressione che delineano strazio e procura estrema compassione per un uomo che già avuto tutti i cazzi che ha avuto, mo' deve stare pure dietro uno stronzone che non vuole finire il piatto di pasta? Questo enorme peso sulla coscienza. Quando però dopo stavo male e vomitavo cominciavo a pensare che per coerenza Gesù sarebbe stato lì a compiacersi, quanti vaffanculo si può prendere una persona tirata in ballo senza che ne sa niente?


(...forse continua...)

12 commenti:

  1. Se mi è permesso consiglierei una disamina sull'uso improprio di "ancora", sempre riferito alla caduta.

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  2. hai ragionissima, Luca. C'è la famosa variante "Ancora cadi", cazzo non m'è venuto in mente in quel momento.

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  3. Ti prego, devi scrivere qualcosa sulle incomprensibili frasi dei bambini che giocano a nascondino (spero non sia successo solo a me)

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  4. :o
    Io ricordo solo "campo" e "vè sott", a quali ti riferisci?

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  5. "mperituto!"
    che poi ho scoperto essere "liberi tutti!"
    ma forse ero io che abitavo in mezzo ai cozzali :D

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  6. ahahahah! No, sorry. Ma forse avevamo altri termini che non ricordo. Neanch'io abitavo tra i bimbi coi capelli lucidi che odoravano di baby shampo johnson.

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  7. ahahahahah... stessa infanzia, stessi luoghi, stesse frasi

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  8. fighissimo!


    Il soggetto, autore di questo blog
    Le mie foto, potrebbe essere dunque mio genero, attraverso la figlia della portinaia che se la faceva con il nipote del venditore di zucchero filato.

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  9. Per mia nonna 'pensa ai bambini del terzo mondo' era usata nella versione 'pensa ai bambini del Biafra', ma per il resto è tutto vero. Stesse frasi, stesse situazioni. :D

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  10. Ma io vi ho pensati, già sapendo chi altri ha già vissuto tutto ciò. :)

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  11. "Attento che non cadi", potrebbe essere la forma errata del congiuntivo "stai attento che tu non cada"

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  12. "Neanch'io abitavo tra i bimbi coi capelli lucidi che odoravano di baby shampo johnson."

    Ah ah mi fai sempre pisciare sotto.

    PS: baby shampo che? :\

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