Pinocchio
INCIPIT
C'era una volta un paesino della ridente Toscana, a nord di Firenze, in cui dilagava criminalità e degrado. Traffico di droga, stupri e spam pubblicitarie sulle mail facevano da padrone sui cittadini. Al piano meno uno di un grattacielo di due piani vi era un monolocale con cucinotto e servizi; era l'abitazione di Renato Geppetto, un magnaccio di Trieste che per hobby e copertura portava avanti anche una piccola attività di falegname.
Un bel giorno Renato sentì bussare alla porta e, pistola alla mano, andò accoccolato sulle ginocchia ad aprire con le solite precauzioni di chi vive nella paranoia: "siamo cattolici, non ci interessa! Ma se vuole lasci pure il volantino nella buca delle lettere". Invece era Mastrociliegia, noto spacciatore cocainomane della east-end di Osmannoro. Era da lui per chiedergli di nascondere uno zainetto di roba, ché aveva la polizia alle calcagna. Solo che aperto lo zaino, al posto della coca vi era un fagotto contenente un bambino. "Cristo santo, è successo ancora! sta merda di Alitalia" esclamò Mastrociliegia prima incazzoso, poi deluso con espressione da fare tenerezza. "E adesso che cosa tagliamo?" e Renato "questo è già tagliato" indicando il bambino senza nè le gambe nè le braccia. "Lascialo qui, infondo è carino, lo metto sul televisore sopra un centrino".
Col tempo, il bimbo diventava adolescente, gli crescevano i peluzzi sparsi in faccia, i brufoli e l'ipod. Tanto che, dopo anni di schiavitù subita da Geppetto che gli doveva imboccare il cibo, cambiarlo, accendergli e fargli fare i tiri alle sigarette, venne necessario dargli gli arti.
Come prima cosa, Geppetto provò a costruirli di legno, ma gli vennero tutti storti e già pelosi che sembravano di Lucio Dalla. Andò a buttarli nella spazzatura fuori dicendo tra sè e sè "prendi gli arti e mettili da parti"; si accorse poi del suo vicino che dopo aver ascoltato la sua freddura lo guardava sbigottito ed esclamò severo "questa non è satira".
Si rivolse così alla ricerca italiana, l'ha trovata come venditore ebay ed ha acquistato una mano bionica per 12 euro comprese le spese di spedizione, trovandola tra gadgets e cappellini che vendevano per monetizzare. Non trovando nient'altro, si mise al lavoro per il resto e, dopo varie notti perse nella sua falegnameria tra attrezzi e materiali, uscì con sguardo vittorioso e soddisfatto, con un bastone di legno con manico rivestito in stoffa a fiorellini. Aveva un piano. Altre notti insonni a studiarlo alla perfezione, poi lo mise in atto: si recò sulla via Pistoiese, arrivò a piedi dietro una battona, le fece col dito della mano bionica sulla spalla sinistra per chiamarla e quando ella si girò SBAM! col bastone dalla destra. La portò in casa, le tolse gli arti e li montò sul piccolo soprammobile di ormai 84 Kg.
La prima reazione del piccolo fu guardare la mano con le dita affusolate e unghie smaltate di rosso e correre in bagno. A fare qualcosa che non aveva mai osato chiedere a Renato Geppetto.
Appena uscito si ritrovò Renato davanti che lo fissava da capo a piedi commosso. Gli disse: "basta, ti ho trovato un nome, non ti chiamerò più Thun, tu ti chiamerai Pinocchio". -"Perchè Pinocchio?" - "Perchè tu sei tutto un film porno insieme, in carne ed ossa (assemblati), e me ne ricordi uno di nome Pinocchio, che voleva essere una parodia di qualcos'altro che ignoro".
(continuerà, un giorno... tempo permettendo)
Hah a cosa dobbiamo codesto ritorno ?
RispondiEliminaHanno dimenticato di zincare la bara.
RispondiEliminaEheheheh... "Thun"!
RispondiEliminaPure "sopra un centrino" è qualcosa di bello