Corriere del Mezzogiorno
"Vacanze di sangue per un'intera famiglia che viaggiava tranquillamente in senso contrario sull'autostrada A4 in direzione Brescia. Sembra che a causare il disastro sia stata un auto che precedeva quella della famiglia, guidata da un uomo col cappello e che ha imboccato l'autostrada a controsenso inducendo in errore anche il conducente della vettura dietro di sé"
Leggo
È tra i più classici degli incubi degli automobilisti. L'auto con alla guida l'uomo col cappello la si riconosce da lontano. Tipicamente si tratta di una utilitaria, viaggia ad una velocità max di 15 km/h su strada statale a due carreggiate, 12 km/h a singola carreggiata, 7,2 in città. Attraverso il lunotto è possibile vedere la sagoma scura dell'uomo con un cappello di circa 34cm di diametro; una specie di logo del Porto Sandeman ma di spalle e interrotto dallo schienale del sedile. Una delle peculiarità di questo mistero è che nessuno nel mondo ha mai
visto frontalmente un auto guidata dall'uomo col cappello, se la si nota
è perché ci è davanti che marcia nella stessa direzione.
L'immagine inquietante spesso non arriva subito, bensì quando determinati dettagli circa la condotta su strada fanno affiorare il dubbio che porta allo scrutare con più attenzione attraverso il lunotto della vettura davanti.
L'indicatore di direzione che rimane acceso potrebbe non essere una dimenticanza data dall'avanzata età del conducente col cappello; qualcuno ha motivo di credere che esso ha una funzione ipnotica verso il conducente vittima nell'auto seguente a perpretare condotta e azioni alla guida che normalmente non farebbe. E infatti non raramente si è saputo di gente che ha cominciato ad agitarsi, tentando invano di superare da entrambi i lati; ma è ormai noto che l'uomo che guida col cappello non si sposta mai tranne quando non si deve spostare, chiudendo casualmente proprio la traiettoria che si vuole intraprendere per superarlo.
Nella maggiorparte dei casi, in definitiva, la presenza di quest'auto davanti la nostra non porta a nulla di buono.
CREDENZE POPOLARI
In alcuni paesini del centrosud in una determinata notte d'inverno dell'anno si usa barricarsi in casa e costruire una sorta di altare davanti la porta, a forma di guardrail. Questo simboleggia la protezione verso la propria famiglia dall'anima inquieta dell'uomo col cappello alla guida di una antica utilitaria. In ogni luogo la prassi cambia seppur di poco, come cambia anche la leggenda che ne motiva l'usanza, che a grandi linee parla di un uomo che vendette l'anima al diavolo per un bel cappello, ma che lo stesso era maledetto da Satana e appena indossato spingeva l'uomo a mettersi alla guida di un'utilitaria (medievale, la leggenda risale al medio evo) per uccidere la gente che lo seguiva ignara.
TESTIMONIANZE
- Un elettrauto di Avezzano (AQ), mentre si dirigeva al lavoro, si è visto materializzarsi davanti una Hyundai Atos con alla guida la sagoma di un uomo con un enorme cappello che ha cominciato ad essere indeciso sul dove svoltare, facendo così uscire di strada l'elettrauto.
- Un muratore di Piccarello (GE) ha giurato di aver visto apparire dal nulla una Panda celeste davanti l'Audi dell'ingegner Domelli (ingegnere locale) mentre sfrecciava ad alta velocità, costringendolo a consumare una quantità pari a €27 di pneumatici e €13 di pastiglie freno. La panda è svanita nel nulla a frenata terminata. L'ingegnere locale Domelli è morto d'infarto subito dopo, dal meccanico-gommista-ortopedico del paese.
- Un famoso speleologo ha portato alla luce una scoperta a dir poco agghiacciante: sulla parete di una caverna, tra le incisioni tipiche dell'uomo in età paleolitica, c'è il disegno di una utilitaria col sedile conducente occupato da un uomo col cappello.
RIFERIMENTI MITOLOGICI
La leggenda potrebbe trarre origine ben oltre il medioevo, nella cultura classica: la divinità Hermes, con un cappello alato a larghe tese, era considerato accompagnatore di anime verso l'oltretomba (con l'appellativo di Piscopompo). Era anche il protettore dei mercanti, commercianti e affini.
fonte: Loodijoy, studioso degli anni '60 che ha dedicato la propria vita al mistero dell'uomo che guida col cappello.
CONSIGLI
Non è ancora chiaro il fine per cui questa presenza continui a mietere vittime ma bisogna evitare assolutamente una distanza inferiore ai 150 metri dall'utilitaria appena avvistata.
Anche se i notiziari sono pieni di notizie riguardanti gli avvistamenti di auto guidate da uomini col cappello e da incidenti causati da esse, va precisato che gli uomini col cappello alla guida originali sono di numero inferiore a quello che si pensa; di fatti accade sempre più soventemente che degli emuli indossino il cappello alla guida, specie come nuova moda tra i giovani, o come vestito di carnevale (cappello e auto fanno parte dell'abbigliamento). Il guaio è che per uno strano meccanismo di autoconvinzione, l'emulo che ha appena indossato il cappello si autoconvince di non sapere più guidare ma si ostina a volerlo fare. Alla luce di ciò risulta preoccupante la percentuale di giovani che alle uscite dalle discoteche si mette alla guida indossando il cappello. Le molteplici campagne pubblicitarie di sensibilizzazione circa l'autista designato che deve astenersi dal mettersi il cappello tutta la serata, hanno fatto poco finora.
Dal culto dell'uomo che guida col cappello sono nate diverse "confessioni", quindi si invita tutti a stare attenti anche alle seguenti arcinote categorie di automobilisti:
- la donna che si trucca allo specchietto
- l'uomo/donna al cellulare
- l'uomo/donna che twitta, posta status facebook, si fa i selfie con occhiali da sole, sguardo serio in avanti e spalla sinistra più sollevata con mano sinistra sulla parte ore 11 dello sterzo.
- l'uomo che fissa culi passeggianti sul marciappiede
- la donna
Dal culto dell'uomo che guida col cappello sono nate diverse "confessioni", quindi si invita tutti a stare attenti anche alle seguenti arcinote categorie di automobilisti:
- la donna che si trucca allo specchietto
- l'uomo/donna al cellulare
- l'uomo/donna che twitta, posta status facebook, si fa i selfie con occhiali da sole, sguardo serio in avanti e spalla sinistra più sollevata con mano sinistra sulla parte ore 11 dello sterzo.
- l'uomo che fissa culi passeggianti sul marciappiede
- la donna
REAZIONI E PROVVEDIMENTI
Renzi: "Questo Governo vuole togliere il cappello a chi guida, è una priorità. Ce lo chiede l'Europa".
Papa Francesco: "Il vero cristiano non è colui che si toglie il cappello entrando in chiesa, ma sedendosi in macchina. L'uomo deve rinunciare al cappello, mezzo di Satana per impossessarsi della mente e creare il caos, il caos dei clacson. A Satana piacciono i clacson, è risaputo. Quello clericale invece è figo".
Enrique Peña Nieto, Presidente del Messico: "Proprio non capisco questo accanimento da parte del mondo contro i cappelli e gli uomini che guidano con essi".
FILMOGRAFIA
Assente. Tra le auto assassine protagoniste nei film non esistono utilitarie, e che uccidono precedendo la vittima. Nel 1972 Alfred Hitchcock stava per trattare l'argomento quando improvvisamente morì misteriosamente di vecchiaia nel 1980.